Marengo Museum
Progetto definitivo ed esecutivo di allestimento
2010Nel cuore della campagna alessandrina, a pochi km dal capoluogo, Il Marengo Museum di Villa Delavo è dedicato alla grande battaglia del 14 giugno 1800 con cui Napoleone Bonaparte costruì la sua fortuna, destinata poi a rovinare sui campi di Waterloo. Nato con l’intento di raccontare un avvenimento storico in modo interattivo e multimediale, lo fa attraverso un percorso ricco ed emozionante, ma rigoroso a livello scientifico, scandito da video, mappe, scenografie, filmati, quadri, uniformi, stendardi, oggetti d’epoca affiancati da fedeli riproduzioni che si possono toccare e “provare”.
“Museo degli immaginari” perfettamente calato nella storia, ma con l’ambizione di diventare esso stesso oggetto d’arte contemporanea, ha per ingresso una piramide di vetro e ghisa realizzata per ricordare la Pyramide: quella che l’imperatore, nel maggio del 1805, ritornando a Marengo, aveva ordinato di costruire in gloria sua e della sua armata. Edificata per tre quarti, cadde nell’oblio e nella spoliazione dopo il 1815. Tra stucchi e affreschi, la bianca statua restaurata dell’ex primo console, il parco attiguo con un ossario dei caduti e un busto del generale Desaix, il Marengo Museum è ospitato nella villa che il farmacista Giovanni Antonio Delavo fece costruire a metà Ottocento per celebrare il vincitore del 14 giugno 1800 in uno dei luoghi dove infuriò la battaglia fra i francesi e gli austriaci. Il viaggio inizia al pianterreno, nelle varie sale si narra il contesto in cui si svolse il combattimento: la ripresa della guerra fra Vienna e Parigi in Italia, la marcia di Napoleone che valica le Alpi, la resistenza del forte di Bard, la Legione Italica. Al primo piano, quindi, ci s’immerge nella campagna militare di quel maggio-giugno del 1800 e nella battaglia combattuta nella piana che da Marengo si allunga verso Castelceriolo e Tortona, arrivando alla vittoria ottenuta soprattutto grazie alla cavalleria di Kellermann e all’eroismo di Desaix, che pagò con la vita; fino al mito di Marengo, ai progetti di costruire vicino ad Alessandria una “Città delle Vittorie” faraonica, che tuttavia non vide mai la luce. Al termine della visita si ha la sensazione di avere vissuto con la testa e con i sensi, una delle più importanti battaglie della storia, ma pure di avere condiviso con i soldati l’orrore e la follia della guerra.